
La nostra azienda ha alle spalle anni
e anni di raccolti e nei nostri terreni hanno avuto
dimora tante diverse varietà di prodotti,
facenti parte di uneconomia agricola molto diversa
dai sistemi attuali, spesso rivolti a un utilizzo poco
più che familiare e che ora stanno via via scomparendo.
Si tratta di antiche varietà ossia quelle
particolari tipologie di melo, pero e tutte le altre
specie che con il passare del tempo sono state eliminate
dal mercato a causa della piccola pezzatura, dellaspetto
non particolarmente piacevole o per la scarsa produttività.
La frutticoltura moderna, infatti, ha assecondato
le nuove esigenze di mercato, i nuovi sistemi di
conservazione e trasformazione, concentrandosi nella
realizzazione di produzioni massicce, con frutti
di pezzatura uniforme e di aspetto attraente.
La quantità ha avuto il sopravvento sulla
qualità e caratteristiche come sapore, profumo
e aromi tipici dei frutti antichi hanno rischiato di
scomparire.
Oggi, nella nostra azienda, la consapevolezza nei
confronti del passato e delle tradizioni, ci spinge
a recuperare questi frutti quasi dimenticati, provando
a innestare su piante selvatiche diversi tipi di frutto,
nella speranza di conservare specie che ormai sono scomparse
nella nostra zona.
Attualmente potete trovare il Cotogno, la Pera
Volpina e la Pera Cocomerina, ma anche la
Mela Abbondanza, la Pera Passacrassana tipologie
di frutti che il nostro fondo non ha mai smesso di fornire
e nel tempo speriamo di poter produrre la Pera Scipiona
e la Mora di Faenza.
Mela
Abbondanza
Questo frutto, si sviluppa da un albero rustico, derivante
da un semenzale spontaneo individuato nel bolognese
alla fine del 1800, chiamato Belfort e un tempo era
molto diffuso in Emilia Romagna e Veneto,mentre oggi
è possibile trovarne solo qualche vecchio esemplare.
Alcune di queste piante, sono presenti nelle nostre
terre e per questo, nonostante la difficile coltivazione,
continuiamo a proporre questo prodotto, i cui aromi
e sapori sono inconfondibili.
La mela Abbondanza è resistente al freddo, il
frutto ha dimensione medio- piccola, forma sferica appiattita
e colore rosso con striature più scure.
La polpa è bianco crema con sapore dolce,
ma acidulo, quasi piccante e molto aromatico per queste
sue caratteristiche il frutto si valorizza maggiormente
una volta cotto al forno, quando queste tendenze più
pungenti si smussano fornendo un prodotto ottimo.
Attualmente stiamo sperimentando anche varietà
Abbondanza Rossa, con buccia di colore rosso scuro e
dalla caratteristica polpa rosa, frutto che si conserva
molto bene e si presta per la preparazione di macedonie,
in quanto con il suo aspetto particolare da aroma e
colore.

Pera Passa Crassana
La Passa Crassana è una vecchia varietà
ottenuta in Francia nel 1845, che ha avuto largo sviluppo
in passato nel nostro territorio, ma che ora è
stata messa da parte per fare spazio a varietà
dal gusto più commerciale.
Il frutto, di pezzatura molto grossa, presenta un sapore
molto particolare, tendente allaspro e soprattutto
la polpa è grezza e granulosa.
I frutti si raccolgono nel mese di ottobre, quando ancora
non sono completamente maturi e conservandoli in luoghi
freschi ed arieggiati, maturano lentamente e si conservano
fino a gennaio.
E un frutto le cui particolarità lo rendono
ottimale per la cottura al forno, in quanto la polpa
tendente al duro, con la cottura mantiene la sua consistenza
e valorizza il suo gusto.
Pera
Volpina
Frutto selvatico, tipico delle colline romagnole, ma
che da qualche anno abbiamo messo a dimora anche nella
nostra azienda, partendo da una piccola pianta per usi
famigliare.
Ha una pezzatura molto piccola, con una forma rotondeggiante,
esteticamente non bellissima, con polpa dura, granulosa
e molto saporita. Si presenta croccante, povera di succhi,
zuccheri e calorie, ma daltro canto ricca di vitamine
e sali minerali.
Ha un sapore decisamente aspro e tannico, per cui deve
essere prima cucinata in acqua o vino.
La raccolta avviene in autunno e il frutto a temperatura
ambiente si conserva per tutto il periodo invernale.
E frutto antico, che deve il suo nome al fatto
che in passato era spesso preda delle volpi, cresceva
spontaneo ed era fonte di sostentamento per le popolazioni
montane, che le cuocevano insieme alle castagne.
Attualmente però è lontano dai gusti del
mercato e stava lentamente scomparendo se non che negli
ultimi tempi, grazie alle sagre locali che valorizzano
i prodotti tipici, è stato riscoperto da una
ristretta cerchia di consumatori, cultori della frutta
collinare e contadina di una volta.

Pera Cocomerina
Piccola pera, il cui nome si riferisce alla polpa che
nel raccolto più tardivo assume un colore rosso,
simile al cocomero. La buccia è verde e la polpa
ha un colore più intenso al centro del frutto,
mentre vicino ai semi diventa di un rosa brillante.
La forma è ovoidale, piuttosto piccola, tanto
che il peso del frutto varia da 20 a 60 grammi.
Come tutte le antiche varietà di frutti, le Cocomerine
erano coltivate essenzialmente per il consumo familiare.Delle
numerose piante presenti in passato ora ne restano solo
alcuni alberi sparsi nelle campagne, in quanto la frutticoltura
intensiva, basata su frutteti specializzati ha inesorabilmente
soppiantato le vecchie varietà che sono
diventate un ricordo.
Dolce e molto profumata, dal vago sentore moscato e
di sorba, la Cocomerina si conserva per poco tempo ed
è molto sensibile alla ticchiolatura. Due i periodi
di raccolta: le prime maturano alla fine di agosto,
le tardive si raccolgono alla fine di ottobre. Entrambe
vanno consumate subito, al momento della raccolta, quasi
prima che cadano, altrimenti si perdono molte delle
loro caratteristiche organolettiche. Data la particolare
aromaticità e la fragilità del frutto,
che ne rende difficile la commercializzazione, la pera
Cocomerina si presta molto bene alla trasformazione
in marmellate o alla conservazione in sciroppo.
Cotogno
Il frutto deriva da un albero della famiglia delle rosacee,
che comprende molte varietà.
Si presenta come un albero alto e molto ramoso, non
molto comune e che viene coltivato soprattutto in zone
temperate.
La raccolta avviene nel periodo autunnale e si tende
a lasciare i frutti il più possibile sullalbero
anche se in passato questi erano preda di animali selvatici.
Infatti questo tipo di frutto raggiunge la completa
maturazione in tempi molto lunghi e in genere è
pronto per un consumo tipicamente invernale.
I frutti delle cotogne si dividono in due tipologie
mela e pera, la prima di forma rotonda, la seconda più
allungata, entrambi ricoperti da un'abbondante peluria
che scompare con la maturazione, fase in cui il frutto
assume una colorazione giallo dorato e gradevoli profumi
e odori.
La polpa è di colore bianco-giallastro, è
soda, acida ed astringente, per cui non si presta all'utilizzo
per il consumo fresco, ma è ottimo dopo unadeguata
cottura, grazie alla quale supera la marcata astringenza
e tannicità.
Di norma i frutti vengono raccolti ancora abbastanza
verdi perché facilmente deperibili e sensibili
agli attacchi di parassiti, sia anche per lasciarli,
per brevi tempi e ben soppesati, a maturare in luogo
temperato. Un tempo ciò avveniva sulla paglia
o a strati sulla cosiddetta "pula", assieme
ad altri frutti autunnali (nespole, sorbe).
In cucina trova largo utilizzo e si presta bene per
la preparazione di mostarde, marmellate, cotognate,
gelatine, ratafià e prodotti distillati.
|